domenica 27 aprile 2008

Tendinite rotulea dello sportivo

Il tendine rotuleo connette l'apice della rotula alla tuberosità tibiale. Non è molto vascolarizzato ma consuma una notevole quantità di ossigeno. In un atleta , un aumento della richiesta funzionale o la disidratazione, determinano una condizione di fragilità.
L'eccesso di sollecitazioni provoca microfratture da fatica a carico delle fibre tendinee, con lesioni che interessano la giunzione osteo-tendinea o addirittura l'osso. Il paziente avverte un dolore al ginocchio, che non sempre sa localizzare alla regione anteriore e solo alcune manovre specialistiche riescono a individuare a livello del polo inferiore della rotula.
Inizia un iter diagnostico differenziale che dalla clinica ci porterà alla terapia, attraverso le nuove tecniche di imaging.
Con l'ecografia si evidenziano sia l'aumento di volume del tendine, sia la presenza di noduli cartilaginei o calcifici. La RMN è la metodica che fornisce le maggiori informazioni senza essere invasiva e indicando la qualità della "stoffa" del tendine rotuleo.
Il trattamento iniziale è basato sul riposo, l'applicazione di ghiaccio e l'uso di farmaci antiinfiammatori. Utile il trattamento fisioterapico come ad esempio la laserterapia. L'opzione chirurgica si applica dopo il fallimento di queste prime modalità di trattamento.
La tecnica artroscopica consente di ripulire il tendine e l'apice della rotula senza aprire il ginocchio, con una maggiore precisione nel raggiungere la sede della lesione, e di consentire un rapido recupero post-operatorio. Gli sportivi possono riprendere rapidamente la loro attività preferita.

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